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26 Marzo 2014

Il Terzo Settore come opportunità professionale

Riccardo Bonacina spiega quanto il "non profit" rappresenti oggi un'occasione importante e concreta per il lavoro dei giovani neo laureati. "Servono - dice - idee e coraggio. Il Settore è in grande espansione"

 

Riccardo Bonacina, fondatore e Direttore editoriale di Vita Non profit Magazine, spiega che proprio svolgendo il lavoro come telecronista in giro per il territorio italiano, all’inizio della sua carriera di giornalista, scopre un’Italia di cui allora nessuno raccontava. “Vedevo che lì dove c’era il dolore nasceva una vita, nuovi rapporti, legami sociali, nuova coesione, una risposta” afferma Bonacina aggiungendo che “da lì è nata la passione per un giornalismo fatto in modo meno scontato e superficiale perché ero di fronte a cose belle da raccontare”. L’Italia del mutuo aiuto, dell’associarsi, del dare gratuitamente, delle relazioni, della vita, è anche l’Italia che ingiustamente è stata battezzata “Non profit” o “Terzo Settore” - fa notare il fondatore di Vita Non profit - secondo una mera definizione in negativo o secondo una definizione per differenziazione. Si è sempre trovata soffocata tra lo Stato e il Mercato.

 

Ancora oggi stenta ad essere riconosciuta come un attore forse anche più importante in termini di produzione valoriale e di servizi ma anche come “serbatoio di occupazione”. Bonacina asserisce, infatti, che, secondo i dati Istat, al 31 dicembre 2011 le ONP attive in Italia erano 301.191 con 681mila persone occupate, ovvero il doppio del settore bancario-assicurativo, considerando che dal 2001 al 2011 vi è stato un incremento delle realtà non profit del 28%, ad oggi ancora in crescita.

 

Tuttavia, oggi Stato e Mercato sembra stiano compiendo un importante passo di consapevolezza: da una parte lo Stato non riesce a gestire come unico soggetto la complessità dei problemi e a sostenere i relativi costi sociali sempre più elevati; dall’altra il Mercato che, afferma Bonacina, “ha capito che se non ci sono individui educati alla vita, ai rapporti, se si continuano a drenare risorse e accumulare profitti senza ridistribuire nulla, anche il Mercato ne soffre”. A questo proposito il Direttore di Vita ricorda ciò che anche Alcide De Gasperi, in modo lungimirante, già nel 1950 disse: "Quando lo Stato non ce la fa, si affidi ai suoi cittadini".

Una risorsa per tutti, dunque, il Terzo Settore, il cui sviluppo propulsivo ha inizio negli anni Novanta, quando “i volontari  - spiega Bonacina - capiscono che di fronte al bisogno si devono attrezzare” e soprattutto quando nel 1991 viene emanata la Legge 8 che promuove l’organizzazione dello sforzo fino ad allora volontario sotto forma di cooperativa “che associa persone prima che capitali” e il cui obiettivo è l’interesse generale. Come recita l’art.1: “Le cooperative sociali hanno lo scopo di perseguire l'interesse generale della comunità alla promozione umana e all'integrazione sociale dei cittadini attraverso la gestione di servizi socio-sanitari ed educativi (…)”. Un modello di Legge esportato in altri Paesi che ha incoraggiato la crescita esponenziale delle realtà cooperative e il conseguente incremento dell’occupazione in tutta Europa: ad oggi si calcolano 20 milioni di occupati nel Terzo Settore, di cui occorre sottolineare l’importanza particolare che hanno le assunzioni delle persone svantaggiate, che, senza questa “terza via”, sarebbero stati gli “esclusi” dal Mercato e un puro costo per lo Stato. Il Non profit, così, “ha riabilitato queste persone nella loro dignità e ha fatto risparmiare lo Stato, anzi ha fatto produrre”.

 

Chi volesse entrare a far parte di questo mondo deve sapere che è un settore in crescita, assicura Bonacina, che offre reali possibilità di lavoro sebbene gli stipendi non siano alti ed è difficile fare carriera. D’altra parte gli ambiti di sviluppo della propria professionalità sono molteplici (educazione, sanità, beni culturali, ambiente...) così come sono numerosi i ruoli che si posso andare a ricoprire e di cui il Terzo settore ha molto bisogno. Tra questi vi è quello dell’imprenditore sociale, nell’ottica di una “messa in campo di prodotti di cui vi è la necessità e che abbiano utilità sociale”; il manager, chiamato a gestire l’organizzazione in modo ottimale e funzionale; il fundraiser che è capace di raccogliere fondi facendo appassionare i potenziali donatori alla missione della no profit per cui li chiede; l’addetto alla comunicazione, attraverso la cui azione è possibile informare la comunità territoriale su come l’organizzazione sta operando e chi sta aiutando all’interno della stessa comunità; Il project manager in ambito europeo, che è il nuovo orizzonte in cui sempre di più bisogna essere in grado di intercettare fondi; e poi gli educatori, i mediatori culturali, i mediatori familiari, i coordinatori di servizi.

Una famiglia articolata, ampia e in crescita, quella del Terzo Settore, nella quale Riccardo Bonacina incoraggia i giovani ad entrare e a rischiare la propria creatività e intraprendenza, lui che con il suo Vita Non profit Magazine, dedicato totalmente al mondo sociale e libero da finanziamenti pubblici, dimostra che è possibile creare qualcosa di nuovo, utile per tutti e partecipato da tutti, “basta avere le idee”.

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