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18 marzo 2014

Raccolte fondi, la crisi è un'opportunità

Alessandro Lodolo D’Oria dopo i dati diffusi dall'Istituto italiano della donazione: «Donare non è mai direttamente proporzionale alla ricchezza, ma al coinvolgimento con la causa»

 

L’Istituto Italiano della Donazione, con la ricerca “l’andamento delle raccolte fondi nel terzo settore: bilanci 2012 e prospettive 2013”, ha messo in luce in luce la crescente generosità dei donatori privati (fondamentali per il 60% delle organizzazioni). Questi “timidi segnali di miglioramento” per il settore Non Profit sono tra i fattori che inducono il 21% dei soggetti considerati a rilevare un miglioramento delle entrate. Purtroppo, la maggior disponibilità dei privati non riesce a supplire il drastico calo dei contributi pubblici, che porta il 32% degli intervistati a dichiarare un peggioramento complessivo rispetto allo scorso anno.

 

“Il Terzo Settore sta attraversando un periodo difficile, in cui vengono meno certezze e abitudini consolidate, anche nella raccolta fondi – commenta Alessandro Lodolo D’Oria, consulente di Fundraising con oltre 25 anni di esperienza sul campo – allo stesso tempo penso che la realtà non sia così fosca. Questi dati dimostrano ancora una volta che la donazione non è un processo del tutto razionale. Donare non è mai direttamente proporzionale alla ricchezza, ma al coinvolgimento con la causa. E spesso è un comportamento che ‘tiene’ in tempo di crisi”. Secondo Lodolo D’Oria, fondatore di Fundsteps, è fondamentale una maggior attenzione alla buona causa per cui si esiste e si opera, vero “elemento detonatore” che può determinare il successo o l’insuccesso di qualsiasi azione di raccolta fondi.

 

“Nonostante la crisi, le fasce più benestanti della popolazione vedono un continuo incremento dei loro patrimoni. Il punto chiave è riuscire a sensibilizzarli e convincerli che donare è molto di più che ‘fare del bene’ – prosegue il consulente – Donare con generosità, comportamento assai più consueto nel mondo anglosassone, significa prendere atto della responsabilità sociale del proprio patrimonio. Gli esempi di donazioni milionarie, sia come lasciti ma anche in vita, sono più numerosi di quanto si creda. Chi effettua questo tipo di donazioni spesso non desidera particolare pubblicità. Restituire agli altri, alla comunità a chi ha più bisogno, attraverso la mediazione di Organizzazioni che, ovviamente, devono saper dimostrare la propria efficienza ed efficacia”.

 

“Non perdiamoci d’animo – conclude il fondatore di Fundsteps – il nostro Paese può veramente rinascere grazie ad un Terzo Settore che sappia rispondere alle sfide di senso che questa crisi ha messo in luce. Certamente la politica non deve lasciarlo solo ma, ricordiamoci, l’associazionismo e l’impresa sociale sono fenomeni privatistici. Sono le organizzazioni a dover innovare per dimostrare al pubblico che non si può fare a meno del Non Profit per il bene dell’intera società”.

 

(da Vita.it)

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